Memoria delle vittime e fenomeno mafioso: la percezione degli italiani

La maggior parte degli italiani non ha idea del numero di vittime generato dal fenomeno mafioso, ma ritiene importante incrementare l’informazione su questi temi, soprattutto nelle scuole.


Dal 1996, il 21 marzo (primo giorno di primavera) si celebra la Giornata della memoria delle vittime di mafia, per ricordare i nomi delle vittime delle mafie. In occasione di questa ricorrenza, Ipsos ha indagato la percezione che gli italiani hanno del fenomeno mafioso. In particolare, è emersa una generale scarsa conoscenza della Giornata della memoria, con differenze significative sia geografiche che generazionali: solo un quarto degli intervistati dichiara di conoscerla, soprattutto rappresentanti della Generazione Z e residenti al Sud e alle Isole, mentre quasi 7 intervistati su 10 dichiara di non esserne a conoscenza.

Più del 40% del campione non ha un’idea precisa del numero di numero di vittime (sono 1.069) e solo un terzoGenerazione Z, 46% - ha indicato “tra le 1000 e le 1200 vittime”.

Nonostante questi dati, circa il 74% degli intervistati ritiene che sia necessario valorizzare l’impegno delle vittime innocenti delle mafie, senza parlare esclusivamente dei personaggi più noti come Falcone e Borsellino. Di questo, ne sono convinti principalmente i Baby Boomers e i pensionati, che sono anche le generazioni meno informate sulla Giornata della memoria.

Un ruolo fondamentale nel ricordare le vittime di mafia e nel diffondere una cultura della legalità è riconosciuto alla scuola, con 8 intervistati su 10 che affermano l’importanza di parlarne in ambito scolastico, mentre solo il 5% lo ritiene inutile. Affrontare questi argomenti in classe e fare cultura sulla realtà della mafia è fondamentale per evitare che venga idealizzata e che si affermino tra i giovani mentalità e atteggiamenti mafiosi. Su questo, quattro italiani su dieci sono convinti che i più giovani non siano più disposti a convivere con la cultura mafiosa, mentre il resto del campione è diviso tra chi ritiene che gli atteggiamenti mafiosi stiano tornando ad affermarsi e chi non ha un’idea precisa a riguardo. 

Come Fondazione Conad ETS crediamo nel ruolo centrale della scuola, dell’informazione e della memoria per diffondere la cultura della legalità e contrastare le mafie. Per questo sosteniamo un progetto educativo dedicato agli studenti che ha affrontato questo tema grazie alla testimonianza di Pietro Grasso, e sosteniamo la realizzazione del Museo della Memoria, ad opera della Fondazione Falcone, che ha per obiettivo proprio quello di tenere viva la memoria collettiva dei fatti di mafia e suscitare nei visitatori una reazione civile a un fenomeno ancora molto diffuso.

 

Fonte: dati Ipsos