Superare le diseguaglianze sociali riducendo il digital gap
La sfida del futuro è colmare il divario digitale per garantire a tutti le stesse opportunità
Negli ultimi vent’anni è maturato un processo di digitalizzazione della società e dell’economia senza precedenti, con un’accelerazione ancora più rapida negli ultimi 5 anni. L’uso sempre più diffuso dei social network e degli smartphone, la disponibilità della banda larga fissa e mobile e i servizi di intrattenimento digitale hanno impattato profondamente sugli stili di vita delle persone. Ecco perché la possibilità di accedere alle nuove tecnologie e la capacità di usarle sono diventati fattori determinanti nel definire nuove disuguaglianze sociali: il cosiddetto digital gap è diventato un elemento discriminante sempre più rilevante e quindi un ostacolo da superare per affermare modelli sociali più sostenibili.
Il digital gap è una variabile che condiziona sempre di più la popolazione e le opportunità a cui può avere accesso, al punto che dal 2014 la Commissione Europea monitora i progressi digitali degli stati membri, identificando le aree che richiedono un’azione prioritaria, pubblicando un report sulla Digitalizzazione dell’Economia e della Società. Lo studio valuta l’indice di digitalizzazione dei paesi dell’Ue analizzando quattro macroaree: il capitale umano, la connettività, l’integrazione delle tecnologie digitali, i servizi pubblici digitali.
Il report del 2021 restituisce l’immagine di un’Italia migliorata rispetto al 2020, che sale di 5 posizioni nella graduatoria, ma che ancora si posiziona al 20esimo posto dietro Ungheria e Repubblica Ceca:
- Capitale umano: solo il 42% della popolazione è in possesso di competenze digitali di base (media Ue 56%), con solo 1,3% di laureati nel settore TIC (Testing, Inspection, Certification), un terzo rispetto all’Ue.
- Connettività: nonostante i progressi, la banda larga fissa e mobile raggiungono rispettivamente il 61% e il 49% della popolazione, contro il 77% e il 71% dell’Unione Europea.
- Integrazione delle tecnologie digitali: il 69% delle PMI ha un livello di Intensità digitale almeno di base, rispetto al 60% Ue
- Servizi pubblici digitali: solo il 36% di utenti usano servizi di amministrazione digitali, dato molto distante dagli altri Paesi al 64%.
Il ritardo italiano è quindi piuttosto evidente in 3 aree su 4: il nostro Paese supera la media europea solo nell’integrazione delle tecnologie digitali. Siamo ancora distanti dai Paesi maggiormente confrontabili con il nostro come Francia, Spagna e Germania.
Colmare il gap digitale è quindi una priorità assoluta per superare le disuguaglianze sociali, per garantire a tutti le stesse opportunità e per costruire una società più equa e sostenibile.
Fonte: dati Ipsos